Visita all'Immaginario
Scientifico di Trieste
Ecco finalmente il resoconto, in parte ricavato da un testo
elaborato collettivamente, con foto e video della visita all'Immaginario Scientifico di Grignano (Trieste).
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Scientifico in una mappa di
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La partenza
Siamo partiti subito, appena
arrivati a scuola, c'era già il
pulmino ad attenderci.
Il viaggio è durato un'ora circa. Abbiamo chiacchierato fra
di noi durante il tragitto in autostrada.
Ci siamo però soffermati a guardare il Carso.
Clic sull'immagine:
L'etimo della parola Carso
deriva probabilmente da una base pre-indoeuropea «Kar»
'luogo
roccioso',
ma bisogna riflettere sul fatto che i parlanti della zona con «carso»
e «carsadelo»,
designano il secchio
e nello stesso tempo il crepaccio
che penetra profondamente nel suolo.
Il Carso è caratterizzato da erosione superficiale e
profonda da parte delle acque (il cosiddetto fenomeno carsico)
che scavano ampie cavità sotterranee e formano grotte con stalattiti
e stalagmiti.
Un treno ci ha accompagnato per un tratto di strada, non sono
mancate le nostre foto, soprattutto quando abbiamo avvistato il mare Adriatico.
Abbiamo intravisto il Castello
di Miramare ma non siamo
riusciti a vedere il Faro
della Vittoria.
Il laboratorio:
suoni e frastuoni
La guida ci ha condotto al laboratorio «Suoni e
frastuoni», ci siamo seduti sulle scalinate e abbiamo
ascoltato attentamente quanto ci diceva e ci faceva sentire Daniele.
Siamo stati chiamati uno alla volta per aiutare a fare gli esperimenti.
Primo esperimento: il carillon
Il carillon
non suona se non è appoggiato su una superficie adatta, infatti se
lo tenevamo in mano non si sentiva quasi per nulla il suono.
Il suono per trasmettersi ha bisogno di un mezzo, di solito l'aria, un
mezzo solido come il tavolo trasmette meglio il suono.
Il carillon funziona così: si fa ruotare un cilindro che ha
delle sporgenze, queste sporgenze toccano delle lamine di diversa
lunghezza facendole vibrare e producendo così il suono.
Andrea e Marta hanno disegnato alla lavagna il meccanismo del carillon.
Grazie a questo oggetto abbiamo scoperto che il suono è una
vibrazione che si propaga nell'aria o in un altro mezzo(cosa che già sapevamo, a dire il vero)!
Vibrazione di un'asta di
metallo
Non si sentiva alcun rumore facendo vibrare l'asta quando questa
sporgeva molto dal tavolo, man mano che si diminuiva la lunghezza si
cominciava a percepire il suono e un suono sempre più acuto.
Per modificare il suono bastava modificare la lunghezza: vi sono suoni
gravi
quando la lamella più lunga, suoni acuti se la lunghezza
della lamella è più
corta.
Daniele ci ha spiegato che l'orecchio umano non percepisce tutti i
suoni, ma solo quelli compresi in una data frequenza, fra i 40 Hz e i
20.000 Hz circa, infrasuoni e ultrasuoni sono rispettivamente inferiori
e superiori a quelle frequenze. L'hertz è l'unità
di misura, 1 Hz indica 1 vibrazione in 1 secondo.
Daniele ci ha spiegato che l'orecchio umano non percepisce tutti i
suoni, ma solo quelli compresi in una data frequenza, fra i 40 Hz e i
20.000 Hz circa, infrasuoni e ultrasuoni sono rispettivamente inferiori
e superiori a quelle frequenze. L'hertz è l'unità
di misura, 1 Hz indica 1 vibrazione in 1 secondo.
Il fischietto per i cani
È un particolare fischietto che emette ultrasuoni,
i suoni che produce non sono percepibili dall'uomo, lo sono invece dai
cani.
Se c'è una frequenza fa i 36 e i 40 Hz, a esempio
vicino a una cassa che trasmette musica, sentiamo una pressione al
torace, percepiamo così quegli infrasuoni.
Strumento a ultrasuoni per misurare le distanze e pipistrelli
Lo strumento emette un suono con una frequenza che non
avvertiamo. Le onde sonore arrivano alla parete e ritornano indietro,
il tempo che impiegano indica la distanza dalla parete.
Se lo strumento è inclinato, le onde sonore rimbalzano in
più direzioni, per cui la distanza che percorrono le onde sonore è maggiore della distanza dalla parete.
I pipistrelli fanno lo stesso, si muovono in volo cambiando
continuamente direzione, procedono emettendo ultrasuoni e misurano
così la distanza dai vari ostacoli.
Il diapason
Il diapason con i suoi due rebbi emette una nota particolare, il la
del pianoforte. La sua vibrazione riesce a far muovere una piccola
pallina appesa a un filo
Le bottiglie
C'erano a disposizione delle bottiglie con diverse quantità
d'acqua. Percuotendo le bottiglie che avevano sempre minore quantità
d'acqua il suono era sempre più acuto.
Soffiando invece nelle stesse bottiglie, il suono era più
grave dove c'era minore quantità d'acqua, perché
a vibrare non era l'acqua, ma l'aria in maggiore quantità.
Altri strumenti, altri suoni
Abbiamo provato molti altri strumenti che producevano suoni differenti,
il tubo con dentro un piccolo cilindro che spinge l'aria verso il basso
e che simula la bambola che piange, il ronzatore (tappi di sughero che
trattengono un elastico su un'impalcatura di legno fatta girare con una
cordicella), il bastone della pioggia (una canna di bambù
con piantati all'interno dei chiodini e riempito di conchiglie
che, cadendo sui chiodini, producono un suono simile a quello della
pioggia), il tubo di gomma (non liscio ma con ondine su cui rimbalza
l'aria, il suono è lo stesso solo più alto o
più basso a seconda della velocità), la ciabatta
che produce un suono facendola ruotare su sé stessa con una
corda, i tubi di cartone molto lunghi che fanno sentire a seconda della
lunghezza un suono più profondo..
Possiamo dire che il suono a differenza del rumore non è una
vibrazione a caso, ma ripetuta.
Concerto a colori
Alla fine del laboratorio Suoni e frastuoni, Daniele ha distribuito a
ciascuno tubi di diverse lunghezze e contraddistinti da diversi colori.
Daniele ha diretto il concerto indicando la sequenza dei colori su un
foglio e noi, al momento opportuno, davamo un colpetto al tubo del
colore che ci era mostrato.
Pausa per la merenda
Affacciati sul Golfo di Trieste facciamo una rapida merenda prima della seconda parte della nostra visita e approfittiamo per scattare foto e brevi video.
Visita ad alcune sezioni dell'Immaginario
Non vi resta che guardare l'ultimo video per conoscere tutte le altre esperienze che abbiamo potuto fare nei laboratori di «Fenomena, vietato non toccare»!